«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

Oratorio secondo il Sinodo XI

 

24. L’ORATORIO

L’oratorio esprime la cura pastorale della comunità verso i più giovani. Attraverso l’oratorio, la Chiesa si fa casa accogliente ed costruisce relazioni di fraternità, si fa carico del primo annuncio. E anche luogo di educazione umana, promuove la trasmissione della fede, propone esperienze di spiritualità, educa alla vita buona del Vangelo, coniugando fede e vita vissuta.

L’oratorio può anche rappresentare occasione di riscoperta e di riavvicinamento alla fede. Per questi obiettivi, non si sottovaluti la possibilità di assumere figure professionali alle quali affidare il coordinamento delle attività dell’oratorio. Chiedo – per loro e per tutti coloro ai quali vengono affidate le attività di educazione e di animazione – che si attivino specifici corsi di formazione, affinché il loro operato sia sempre in sintonia con l’ispirazione cristiana dell’oratorio. All’Ufficio diocesano di pastorale giovanile e vocazionale affido il mandato di offrire criteri e linee comuni per definire il servizio del responsabile laico dell’oratorio.

25. ESPERIENZE DI COMUNIONE

25.1. AIl’Ufficio diocesano di pastorale giovanile e vocazionale, insieme alla Caritas e al Centro missionario, chiedo di elaborare e sperimentare una proposta formativa, residenziale e a temp0, di noviziato vocazionale e caritativo.

25.2. In diverse comunità della nostra Diocesi si stanno proponendo esperienze di vita comunitaria residenziale per adolescenti e giovani. Si curi questa proposta perché sia occasione di amicizia. fraternità e di crescita nella fede. Si valuti, attraverso un confronto con gli uffici diocesani competenti, la sistemazione di locali parrocchiali da destinare a queste torme di vita comunitaria.

25.3. La vita di fede dei giovani si manifesta tramite relazioni che superano i confini parrocchiali e diocesani. La partecipazíone a esperienze ecclesiali di ampio respiro, come ad esempio le Giornate Mondiali della Gioventù, sia incentivata e preparata attraverso percorsi di formazione adeguati. Anche da queste esperienze sono fiorite, nel passato, non poche vocazioni alla vita matrimoniale, al ministero ordinato e alla vita consacrata.

25.4. La presenza di gruppi, associazioni e movimenti all’interno delle nostre comunità rappresenta una ricchezza che lo Spirito offre alla Chiesa. La relazione e la collaborazione tra queste realtà si sviluppi costantemente per poter offrire ai giovani proposte di Vita cristiana che possano aiutarli in una crescita della fede e in un inserimento nella società.

26. TORNARE AI CROCICCHI DELLE STRADE

26.1. Le comunità cristiane, insieme ai giovani che ne fanno parte, con coraggio e fantasia ricerchino nuove vie di evangelizzazione per andare incontro a quei giovani che non partecipano alla vita ecclesiale e per incontrarli là dove essi vivono e trascorrono tempo. Si vincano pregiudizi e paure, confidando nella forza dello Spirito, per portare l’annuncio del Vangelo in ogni luogo e in ogni esperienza, con particolare attenzione alle situazioni di marginalità, di fragilità e di disagio.

26.2. La Chiesa collabori con le realtà educative del territorio, prime fra tutte la scuola, promuovendo progetti rivolti agli adolescenti e ai giovani. La presenza di cristiani negli ambienti educativi sia sostenuta, anche attraverso una opportuna formazione, dall’intera comunità, affinché essi siano testimoni credibili della bellezza del Vangelo. Non si sottovaluti la presenza delle scuole cattoliche e il contributo che esse possono offrire per un rinnovato annuncio del Vangelo.