«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

5) La Chiesa di S.Antonio in Combo

La Chiesa di Sant’Antonio Abate, nota anche come Chiesa del SS. Crocifisso, custodisce l’immagine venerata.

Edificata nel 1368, è stata ampliata nel XVIII secolo per accogliere la crescente devozione.

L’antica chiesa di Sant’Antonio abate, eremita per eccellenza, caro al mondo agricolo e contadino, è situata nel cuore del reparto Combo in Bormio e nei secoli ha subìto vari interventi di restauro. Nella sua semplicità, l’esterno è impreziosito da un grande oculo centrale e da una lunetta in pietra con l’affresco di un Cristo in Pietà. All’interno della chiesa la figura del Santo campeggia sulla parete di fondo come anche al centro del paliotto dell’altare, ma soprattutto nella narrazione della sua vita affrescata sulle pareti absidali (sec. XVI).

Entrando, sulla destra si apre una cappella che custodisce il tesoro religioso più prezioso, il crocifisso scolpito in legno attribuito al sec. XV, con il quale la gente di Bormio da tempo ha intessuto un rapporto di fede e di devozione davvero intensa.

La Chiesa di Combo continua a essere luogo di culto e di memoria. Recenti restauri hanno preservato le opere d’arte e gli affreschi, tra cui la Crocifissione del 1376, arricchendo il patrimonio spirituale e culturale di Bormio .

La vita di Antonio del deserto e l’immagine di Cristo nudo e povero che salva nel dolore si richiamano reciprocamente. La gente del paese in diverse occasioni mostra l’affetto per questo luogo: entra ad accendere una candela, contempla, si ferma in silenzio e in preghiera.  

«La salvezza viene soltanto dalla croce, ma da questa croce che è Dio fatto carne: non c’è salvezza nelle idee, non c’è salvezza nella buona volontà, nella voglia di essere buoni». In realtà «l’unica salvezza è in Cristo crocifisso, perché soltanto lui è stato capace di prendere tutto il veleno del peccato e ci ha guarito lì». «Oggi la Chiesa ci propone un dialogo con questo mistero della croce, con questo Dio che si è fatto peccato, per amore a me». E «ognuno di noi può dire: “per amore a me”»(Papa Francesco)

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