«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

Casa della Parola

Perché?

  • Per ascoltare il Signore che ci parla nella Sacra Scrittura ed evangelizzare nel proprio ambiente ordinario, coinvolgendo amici, parenti, colleghi, vicini di casa.
  • La casa della parola aiuta a crescere nelle 4 dimensioni fondamentali della vita cristiana: la preghiera, la formazione, la fraternità e l’evangelizzazione. 
  • In ogni casa di battezzati e in ogni casa-famiglia c’è un tesoro di bene, di amore che possiamo regalarci a vicenda e che se resta solo tra noi secca.

Per chi?

L’invito è rivolto a TUTTI nella comunità parrocchiale. Ogni gruppetto vede la famiglia o il singolo che ospita e accoglie, e un animatore di riferimento che prepara il commento in unione al sacerdote, e tiene il collegamento con la Parrocchia. 

Ciascuno chiamato a invitare altri. Ma sempre in preghiera in accordo con chi accoglie e chi anima, siamo sempre in una casa. Quando il gruppo diventa numeroso, ci si può suddividere i due, ospitati in una nuova casa. 

Come?

  • Preghiera di lode e di ringraziamento – 5min.

Dopo l‘accoglienza e l‘eventuale presentazione dei nuovi membri, è quello della preghiera di lode e di ringraziamento. Essa è particolarmente preziosa, perché apre il cuore alla gioia, alla confidenza, alla gratitudine verso Dio, all’ascolto.

  • Condivisione della fede (cosa il Signore ha fatto per me questa settimana e cosa io ho fatto per il Signore – ciascuno fa interventi brevi per dare spazio a tutti) – 20min.

Si racconta soprattutto la luce che proviene dall’aver amato, meditato, pregato, servito… e dall’aver ricevuto la sorpresa dell’amore, anche nei gesti più semplici e quotidiani. Non è per autoincensarsi ma il centro è l’azione del Signore che è sembrato coinvolgerci.

  • Ascolto della Parola (Lettura e commento preparato dagli animatori con il sacerdote) – 10min.  

Per entrare in Dio e per imparare a seguire Gesù in ogni fratello.
Erano assidui nell’insegnamento degli apostoli  (At 2,42) 

  • Silenzio per la meditazione preghiera personale. – 10min.

Ritorniamo sul testo. È Gesù che ci parla. Rileggiamo più volte. Alla luce della commento ascoltato, quando si illumina un versetto possiamo scriverlo su un quaderno, cosa ci dice il Signore in questo momento. Cosa vorremmo dirgli. 

Normalmente a chi partecipa viene inviata una traccia prima, per poter meditare prima la Scrittura con la Bibbia. Consigliamo la “Bibbia di Gerusalemme”, per l’accuratezza delle note e dei rimandi critici. Rileggiamo il testo, la spiegazione delle parole difficili, i passi paralleli. Quando si illumina un versetto possiamo scriverlo su un quaderno, segnare cosa dice alla nostra vita. Trasformare il preghiera. 

  • Condivisione  20m.

Cosa il Signore ci vuole comunicare. Ciò che ha illuminato me può essere un dono per i fratelli.  La Parola però non è per essere discussa, per fare opinione, per confrontarci, ma per germogliare, Ciascuno fa interventi brevi, non tanto domande, per condividere ciò che ha suscitato. Non rispondiamo a quanto dicono gli altri, non è solo un emozionalismo soggettivo. L’animatore interviene se qualcuno occupa troppo tempo, va fuori tema, se si aprono dibattiti.

– rileggo ad alta voce un versetto, una parola che mi ha particolarmente toccato
– posso dire, con estrema libertà e sobrietà, qualche eco sulla mia vita.

  • Preghiera finale, avvisi – 5/10 min 

Possiamo pregare per le persone che abbiamo a cuore e desideriamo accompagnare nel Signore, per i presenti – 10 min

Con una preghiera unitaria o attraverso interventi spontanei, s‘intercede per il mondo, per la Chiesa, per la comunità parrocchiale, per le necessità emerse durante la condivisione, per coloro che ogni membro sta evangelizzando.

Ognuno esprime liberamente le intenzioni che gli stanno nel cuore, ricorda persone e situazioni che vuole presentare al Signore perché manifesti la sua misericordia.

Tutti così condividono la stessa preghiera, ci si sente fratelli, responsabili di manifestare amore gli uni verso gli altri, si partecipano nella fede e nella preghiera le ansie e le speranze della vita e dell’impegno di evangelizzazione.

Pertanto si vive con particolare fede la promessa di Gesù: «In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18,19- 20).

Quando?

  • ore 20.45-22.15
  • Una volta al mese, in accordo con le famiglie e gli animatori, in queste settimane: 20/10, 17/11, 8/12, 19/1, 9/2, 26/4, 24/5
FAMIGLIA CHE ACCOGLIEINDIRIZZOANIMATORI. (fino a Natale)
Canclini Luca e MariannaVia Funivie, 21suor Antonia Stucchi: 320 5733960
Secchi ClaudiaVia Borche, 4Alberto Trabucchi: 338 200 1241
Casa Don David: fino a 35 anniPiazza Cavour 20Don David: 3473309221
Pozzi Franco e LuciaVia S. Barbara, 13Mauro Tomasi: 347 787 6373

Per partecipare chiamare gli animatori


Ma non finisce qui 

  • Naturalmente entrando in una casa, teniamo presente di avvisare se non ci siamo, di chiedere al gruppo se abbiamo intenzione di invitare qualcuno; è auspicabile una accoglienza fraterna, con una caramella e una bevanda, ma sarà sobria e breve! 

Ma non finisce nel gruppo: ecco quali passi fare:
Per evangelizzare un amico, c’è un metodo molto evangelico e molto semplice:

  • Nel mio ambiente di vita quotidiano vivo il Vangelo con tutti
  • Scelgo 1 o 2 persone che desidero accompagnare al Signore 
  • Prego per loro (è Gesù, lo Spirito Santo che tocca il cuore, non io)
  • Contemporaneamente con loro affino i rapporti umani = senza strafare metto il grembiule e lavo i piedi = affino la capacità di ascolto, di essere accanto (il Vangelo corre sul filo del rapporto umano), attraverso il servizio disinteressato.
  • Ad un certo momento forse nell’altro sorge la domanda: «Ma perché fai questo? Perché vivi così?». Racconto in poche parole come Gesù mi ha cambiato. Il fratello mi potrà fare molte obiezioni a cui cercherò eventualmente di dare qualche risposta.
  • Ad un certo punto, invito l’amico ad aprire il cuore a Cristo come ho fatto io. Lo invito a fare questa esperienza. Chi è amato dal Signore, è chiamato, chi è chiamato è mandato! Diventa evangelizzatore!
  • Avviso prima tutti i componenti del gruppo perché preghino affinché anche l’ultimo arrivato possa incontrare Gesù.

Questi aspetti  sono legati tra loro e con il nostro passo, con i nostri limiti e le nostre capacità vanno entrambi tenuti presenti nel percorso.


Per meditare

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì – che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia” – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” – che significa Pietro. (Gv 1,35 ss)

«Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».
Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaìa: «Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato?». Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo. (Rm 10,9-18)

«Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare ed insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il sacrificio di Cristo nella Santa Messa, che è il memoriale della sua morte e della sua gloriosa risurrezione»

Paolo VI nell’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi ( L’impegno di annunziare il vangelo)

Ogni famiglia dev’essere la cellula della città, il suo principio; e poiché ogni principio è ordinato a un fine speciale e ogni cellula all’integrità del tutto cui appartiene, ne segue che la pace domestica deve ridondare in pace per tutta la città; cioè, la concordia ordinata tra chi comanda e chi obbedisce nella casa deve riferirsi alla concordia ordinata tra chi comanda e chi obbedisce nella città.  (sant’Agostino)

Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.

Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.

(Vangelo secondo Matteo)