«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

17) La preghiera

Invocazione alla Croce di un Cancelliere, annotata in un verbale del 1490 (Archivio Comunale Bormio).

“O croce santa, o croce degna, a voy me do, a voi me segno a voy epo de voi e per quello Dio che vene in voy chel non sia ni vivo ni morto che mi possia offendere ala anima ne al corpo – Amen”

CRISTO CROCIFISSO,
ci rivolgiamo a Te con immensa fiducia.
Guarda questo nostro paese e queste nostre valli.
Dona a tutti serenità e pace, speranza e amore.
CRISTO CROCIFISSO, regna nelle nostre famiglie, resta nelle nostre case:
impedisci le divisioni e le discordie
e donaci capacità di amare.
CRISTO CROCIFISSO, ti offriamo i nostri bimbi,
i ragazzi, i giovani:
guidali Tu nel loro cammino
perché nessuno si perda.
CRISTO CROCIFISSO, ti offriamo i nostri anziani,
gli ammalati, i sofferenti:
Tu che hai conosciuto il dolore e la morte, guardali dall’alto della tua croce,
solleva il loro dolore,
conforta il loro e il nostro morire.
SIGNORE GESU, che hai detto al ladrone pentito: “oggi sarai con me in Paradiso”
dona a tutti noi la possibilità
di vederti un giorno nella gloria del cielo.

(preghiera di Mons. Teresio Ferraroni, Vescovo di Como – anno 1984)

(Giovanni Paolo II)

Non ti cercheremo nelle altezze, o Signore,
ma in questa crocefissa storia dell’uomo,
dove tu sei entrato
conficcandovi l’albero della croce,
per lievitarla verso la terra promessa
con la forza contagiosa
della tua resurrezione.
Donaci,
di vivere in solidarietà profonda
col nostro popolo
per crescere, e patire,
e lottare con esso,
e rendere presente,
dove tu ci hai posto,
la tua Parola
di giudizio e di salvezza.
Liberaci da ogni forma di amore
universale e astratto,
per credere all’umile
e crocifisso amore,
a questa terra,
a questa gente.

(Bruno Forte)

Spirito Santo, dono del Cristo morente,
fa’ che la Chiesa dimostri di averti ereditato davvero.
Trattienila ai piedi di tutte le croci.
Quelle dei singoli e quelle dei popoli.
Ispirale parole e silenzi, perché sappia dare significato al dolore degli uomini.
Così che ogni povero comprenda che non è vano il suo pianto,
e ripeta con il salmo: “le mie lacrime, Signore, nell’otre tuo raccogli”.

Rendila protagonista infaticabile di deposizione dal patibolo,
perché i corpi schiodati dei sofferenti trovino pace sulle sue ginocchia di madre.
In quei momenti poni sulle sue labbra canzoni di speranza.

E donale di non arrossire mai della Croce,
ma di guardare ad essa come all’antenna della sua nave,
le cui vele tu gonfi di brezza e spingi con fiducia lontano.

(Tonino Bello)

Signore, non ne posso più:
la mia resistenza è agli estremi,
la mia fede viene meno
sotto le prove che incalzano.
Non comprendo più niente.
Ma per sostenere in pace
e rimanere vicino a chi soffre
non è necessario comprendere.
Non mi abbandonare, Signore,
tu che mi conosci e sai tutto di me
e di questo mio povero cuore di carne.
Tienimi su il cuore,
e aiutami a superare l’angoscia
che spesso il male mi dà.
Rinsaldami la certezza
che niente va perduto
del nostro patire perché è tuo
e ti appartiene
meglio di qualsiasi cosa nostra.
Aiutami a credere
che la tua misericordia
sta universalmente preparando
una giornata più buona a tutti.

(Primo Mazzolari)

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