«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

Auguri dall’Albania

Ecco, carissimi, poche parole per raccontarvi come vanno le cose qui in Albania. Sono passati più di due mesi e mi sono ormai ambientato. Abito a Shënkoll, un villaggio del nord che si trova nella prefettura di Lezhë. Qui vivo con una comunità di padri rogazionisti, tra i primi ad arrivare in Albania quando – caduto il terribile regime comunista – sono state finalmente riaperte le frontiere. Hanno lavorato, e lavorano, da veri missionari andando incontro non solo alle povertà materiali della gente (purtroppo qui ancora presenti), ma anche a quelle spirituali, morali e sociali. Oltre alla parrocchia, all’oratorio, al catechismo dei più piccoli, al servizio di assistenza al carcere locale si occupano anche della gestione di una delle migliori scuole della provincia che hanno costruito con l’aiuto di molti benefattori da ormai quindici anni. Le attività della Scuola Rogazionista di Lezhë comprendono sia l’Istituto alberghiero che il Ginnasio diretto didatticamente con la collaborazione delle Suore Maestre Pie Venerini. Oltre a queste attività, da due anni hanno aperto anche una casa-famiglia che accoglie bambini e ragazzi, affidati dai servizi sociali, con alle spalle le più disparate esperienze. Attualmente sono in nove e vanno dai sette ai diciassette anni. Con loro faccio le attività più diverse: dal gioco allo studio, dal calcio agli scacchi, dalla raccolta delle olive ai giri in bicicletta e, durante il fine settimana, visitiamo le bellezze storiche e artistiche presenti nelle città albanesi (Saranda, Berat, Tirana, Korça, Scutari…). É per me una grande grazia e dono della Provvidenza spendere il mio tempo con loro e per loro, perché ho la possibilità concreta di sperimentare quella paternità che sarò chiamato a vivere nel ministero ordinato.
Per concludere vi lascio con una riflessione sulla missione scritta dal vescovo brasiliano mons. Hélder Câmara, utilizzata anche dal rettore del seminario don Alessandro in occasione della giornata di preghiera per il seminario.
«Missione è partire, camminare, lasciare tutto, uscire da sé stessi, rompere la crosta di egoismo che ci chiude nel nostro io. È smettere di girare intorno a noi stessi come se fossimo il centro del mondo e della vita. È non lasciarsi bloccare dai problemi del piccolo mondo al quale apparteniamo: l’umanità è più grande. Missione è sempre partire, ma non è divorare chilometri. È, soprattutto, aprirsi agli altri come a fratelli, è scoprirli e incontrarli. E, se per incontrarli e amarli è necessario attraversare i mari e volare lassù nel cielo, allora missione è partire fino ai confini del mondo».
Vi assicuro la mia preghiera e vi chiedo il dono della vostra.