«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

Parola di Vita

Nell’ispirazione del Movimento dei focolari o Opera di Maria.

Ogni mese approfondisce ed invita a vivere una frase della Bibbia. Tradotta in circa 90 lingue e idiomi, raggiunge, anche attraverso i media, alcuni milioni di persone.

Il mese attuale

 

La “Parola di vita” è una creazione di Chiara Lubich. Più che un commento al Vangelo, ne è una lettura carismatica, un’intuizione, un deciso impulso a metterlo in pratica, a viverlo. Presenta un carattere immediato, incisivo, diretto.
Destinata fin dal principio a un vasto pubblico, è sempre apparsa su foglietti modesti, scritti con un linguaggio alla portata delle persone più umili. Nell’ampia produzione letteraria della Lubich costituisce un genere particolare. Pur nella sua semplicità, l’iniziativa ha offerto un notevole contributo alla riscoperta della Parola di Dio nella Chiesa del Novecento, trasmettendo un “metodo” per vivere la Scrittura e condividerne i frutti.

La “Parola di vita” è una pratica diffusa fin dall’inizio del Movimento dei Focolari: approfondire ogni mese una frase della Bibbia da vivere in comunione con tutta la comunità, scambiandosi le esperienze vissute, per rievangelizzarsi, “essere un altro Gesù sulla terra”.

Quando Chiara era alle scuole superiori studiava assai volentieri e soprattutto la filosofia, perché sperava di trovare nei libri la verità. Un giorno però Gesù le fece fare una scoperta semplice, ma immensa: Lui era la Verità. Per trovare la verità Chiara doveva seguire Lui, Verità incarnata, e nel Vangelo avrebbe trovato, parola per parola, la sua dottrina.

Da quel momento per Chiara e per le sue prime compagne il Vangelo è diventato il libro di gran lunga superiore a tutti. Lo leggevano con amore appena potevano e quelle parole balzavano agli occhi dell’anima con luminosità insolita: mai prima di allora il Vangelo, la Parola di Dio era apparsa così unica, così affascinante, così nuova e di fronte ad essa ogni altro libro anche buono appariva insipido e annacquato.

Quelle del Vangelo erano parole che tutti potevano vivere: gli uomini del tempo di Gesù, che infatti lo hanno seguito, ma anche noi oggi, le nostre compagne, i bambini, il nonno, il malato all’ospedale, la mamma, il rivenditore del negozio, tutti possono vivere queste parole.

Sono parole straordinarie! Chi aveva mai detto: “Amate i vostri nemici”, “Non giudicate”, “Beati quelli che piangono”, “Nessuno ha maggior carità di chi dà la vita per i suoi amici”?

Solo Gesù ha avuto questo coraggio, perché Lui queste parole le ha tutte vissute e allora, pur piccoline, Chiara e le sue compagne si sentirono attratte a vivere queste parole e prendendo una frase per una settimana o per un mese cercavano di viverla così intensamente da lasciarsi trasformare da essa il più possibile.

E questo è ciò che anche oggi facciamo in tutto il movimento per rievangelizzarci e allargare la rete d’amore su tutta la terra.

Certo, che le parole di Gesù sono rivoluzionarie, capaci di rovesciare il regno del male e restaurare il regno dell’amore. Ma non è proprio questo che ci siamo proposti? Non vogliamo fare un mondo nuovo?

E allora serve  attaccarci, senza staccarci mai più, alla Parola di Vita.

Essa viene dall’alto: la sua potenza viene da Dio, non dagli uomini.

Essa è una presenza di Dio nel mondo e per questo va amata e conosciuta nel suo vero significato, cioè come i Vescovi e la Chiesa ce la insegnano.

Ma questa parola non basta conoscerla, bisogna viverla, e se la si vive opera miracoli

Essa cambia il nostro modo di pensare, di volere, di agire in tutte le circostanze.

E questa è la prima rivoluzione.

Succede che al posto dell’uomo vecchio: egoista, superbo, pigro, ecc. ecc. incomincia a vivere in noi Gesù e incomincia a piacerci quel che a Gesù piace, ad es. perdonare piuttosto che tenere il broncio, perché Gesù ci dice di perdonare chi ci offende, oppure essere felici del bene che ha ricevuto il mio fratello, perché Gesù dice di godere con chi è nella gioia…

Quando si vive la Parola di Vita poi tutte le belle esperienze che si fanno non si tengono per noi, ma ci si sente spinti a comunicarle agli altri per farci santi insieme, e chi racconta è felice, perché dona con amore, e chi ascolta è felice perché riceve un incoraggiamento per andare avanti.

Nel Vangelo si dice poi che Gesù incomincia prima a fare e poi ad insegnare. Cosi deve essere anche di noi: prima viviamo la Parola di Dio, poi possiamo comunicarla anche agli altri, perché se si parla prima di vivere, Gesù e la Chiesa possono essere criticati a causa nostra anziché testimoniati.

La Parola di Dio ancora diventa come una corazza che ci difende dagli attacchi del nemico.

Anzi, sappiamo che i primi cristiani tenevano in grandissima considerazione la Parola di Dio e si nutrivano della Parola e dell’Eucaristia con eguale amore, entrambe li rendevano forti.

Ma che cosa ci dice Chiara degli effetti della Parola?

Prima di tutto essa fa vivere. E com’è vero! Quando viviamo la Parola la vita è meravigliosa; ci sentiamo su, pronti ad amare, a scattare quando c’è un bisogno e dentro di noi non c’è posto per la melanconia, né per la noia.

E poi ci fa liberi, certo, perché ci interessa Gesù! Allora se c’è chi ci guarda storto o chi non vuole fare la partita con me non sto a prendermela, ma amo io anche per gli altri e… ad un certo punto anche loro finiscono col mollare…

Ci attiriamo l’odio del mondo. Sì, anche questa è eredità del cristiani, “Hanno odiato me, odieranno anche voi” ha detto Gesù. Quindi dobbiamo aspettarcelo che un giorno o l’altro ci tocchi di vivere anche questo.

Un altro effetto del vivere la Parola è la santità. Abbiamo visto ormai tanti adulti, tanti giovani morire come santi. Chi ha dato loro la forza di arrivare fin là? Il vivere momento per momento con Gesù, con la sua parola.

E ancora: chi vive la Parola ottiene tutto perché Gesù l’ha promesso: “Se le mie Parole rimangono in voi, domanderete quello che vorrete e vi sarà dato”.

Ma c’è ancora un frutto della parola – ci dice Chiara – che sembra superare tutti gli altri.

Un giorno gli apostoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero che sua madre e i suoi fratelli erano fuori ad attenderlo, ma lui rispose: “Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”.

Leggendo questo racconto Chiara si è chiesta con sorpresa: “

“Ma allora c’è una possibilità di essere in qualche maniera madri di Gesù?

“Sì, lo ha detto Lui”.

“Noi possiamo come una madre dar vita a Gesù nella nostra anima ed anche in altre anime. E lo possiamo fare proprio attraverso la Parola di Vita che è come un seme divino che gettato in noi ci trasforma in Gesù, se poi lo buttiamo anche nelle anime degli altri vediamo che succede la stessa cosa.

La Parola gettata da voi dentro di lui è stata accolta, lo ha trasformato e voi siete stati madri di Gesù in quel fratello.

Ed ora per concludere:

Un giorno Chiara vide una trasmissione alla TV intitolata: “Non è mai troppo tardi” dove si insegnava a leggere e a scrivere alle persone adulte rimaste per qualche motivo analfabete e subito fece una considerazione che nessuno di noi ha più dimenticato: una cosa così semplice come non conoscere 21 lettere dell’alfabeto e poche regole grammaticali può fare di una persona anche grande un analfabeta per tutta la vita, stiamo attenti a non rimanere noi degli analfabeti del Vangelo.

No – ci dice Chiara – la condotta dei cristiani, deve essere proprio quella di coloro che imparano le parole del Vangelo ad una ad una e le mettono in pratica.

Queste parole che scendono dal cielo ci trasformano, ci fanno gente nuova, ci danno un modo di ragionare, di volere, di agire, “all’evangelica”.

Con esse si può capovolgere il mondo, la sua mentalità, il suo attaccamento ai denari, ai beni, al male, alla carriera”.

“Con esse, – parole celesti che hanno la potenza di Dio – la rivoluzione che scateneremo andrà bene per tutti i continenti, è l’ideologia di Colui che tutti ha creato col suo amore ed è Padre dell’umanità intera.

Coraggio allora: prendiamo e viviamo, una alla volta, le parole del Vangelo; e diventi, ciascuna di esse, anima della nostra anima.

Poi, dopo averla vissuta almeno per un mese, scriviamo alcune esperienze su un libretto e passiamo a viverne un’altra. Condividiamone la risonanza che sorge nel nostro animo, e l’esperienza che sgorga dal metter in pratica. 

Che gioia sarà, alla fine della vita, se componendole insieme potremo dire a Gesù: guarda; ho riscritto colla mia vita il Vangelo.

Sì, se per un’ipotesi impossibile, tutti i Vangeli della terra venissero distrutti, i cristiani dovrebbero essere talmente perfetti da riscrivere il Vangelo colla propria vita”.

(tratto da un testo di Silvana, prima compagna di Chiara Lubich)