«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

Visione di parrocchia 2022

Sogniamo una parrocchia dove si custodisca la testimonianza della presenza e dell’incontro del Signore nel quotidiano, a partire dalla Parola ascoltata e vissuta, gustata nell’Eucaristia e nei Sacramenti, e quindi innestata nell’ordinario.  Una presenza che dà gioia.

Infatti al centro della nostra esperienza di fede vi è una relazione. L’esperienza di fede è relazione, e soprattutto una relazione condivisa!  La relazione con Dio avviene attraverso esperienze condivise (pellegrinaggi, campi estivi, ritiri spirituali, lavoro) o in momenti particolari della nostra vita quando una persona che ci è accanto in quel momento ci aiuta a rileggere e dargli senso. Anche la Parola di Dio è anche luogo di questo incontro, una Parola letta e condivisa o meditata personalmente. Il Regno di Dio opera nel quotidiano, anche nel silenzio interiore. Opera nella semplicità e nell’ordinario.

Sogniamo di avere attenzione alla persona, con la sua storia, i suoi talenti, le sue fragilità, per cui ci siano occasioni per potersi raccontare. Una parrocchia in cui le persone siano aperte a tutti, con una accoglienza incondizionata, nell’ascolto delle differenti posizioni, nel rispetto dei tempi e delle situazioni di ciascuno.

Infatti la relazione con il Risorto apre alla relazione con gli altri, nella comunità e oltre, dentro uno stile di Chiesa in uscita, aperta. Sentiamo l’importanza dell’esserci, dell’essere tra le persone come rete più che come spazio fisico, come legami di cura, ascolto, condivisione e rispetto. Una Chiesa aperta verso tutti che non giudica ma accoglie. Una prossimità che nasce dalla gratitudine e dalla gratuità. Che sa ascoltare il grido delle solitudini di oggi e sa farsi compagna di viaggio.  

La relazione con il Signore genera gioia e attiva la missione verso gli altri. E’ dalla gioia di questo incontro che si è testimoni attraenti e da questa gioia emerge il coraggio di chi esce per raccontare la propria fede.  

Vediamo come sarebbe bello prendersi cura della relazione con gli altri, con uno stile evangelico, perché non prevalga il “fare” sull’“essere”per costruire legami significativi, sinceri, e in cui si sperimenti la reciprocità e la corresponsabilità, la correzione fraterna.

L’incontro con Cristo costituisce la nostra identità di cristiani, il nostro essere che precede il fare.

La Parola ci richiama alcune dinamiche proprie del Regno di Dio, presente tra noi, che possiamo cogliere e sostenere nel nostro agire pastorale. Il Regno di Dio si offre a tutti e non sono ad alcuni. Lo fa nella libertà e gratuità, senza aspettarsi qualcosa in cambio. Il Regno di Dio è paziente e sa attendere, non ha fretta. Ha fiducia che la propria azione è accompagnata e superata da quella di Dio. Il Regno di Dio accoglie il male e il bene che è in noi, senza giudicarlo ma valorizzando la parte buona e lasciando nella libertà. Sa guardare a ciò che c’è e che è bello e non punta il dito su ciò che manca.

In Sintesi
“Gesù vivo ci rende vivi! 
Nella nostra parrocchia ci chiede di prenderci cura
della relazione con tutti e di far crescere discepoli
che vivono insieme gioiosamente la propria missione.