«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

Avvento e Natale

AVVENTO: Inizio dell’Anno liturgico 

Attendiamo vigilanti la gloriosa venuta di Cristo tuo Figlio

  • È «sempre tempo di avvento»!, come recita la Ballata della speranza di David Maria Turoldo (da O sensi miei…), un testo che esprime in modo poetico, intenso e orante lo spirito del tempo di Avvento. Infatti, celebriamo sempre «nell’attesa della tua venuta», come preghiamo durante la preghiera eucaristica. La Bibbia si conclude con la promessa di Gesù: «“Sì, vengo presto!”. Amen. Vieni, Signore Gesù!» (Ap 22,20).
  • Ogni Anno liturgico inizia con il tempo di Avvento e questo non è casuale poiché lega strettamente il tempo della Liturgia che è sempre un “oggi” della salvezza, con i tempi degli uomini scanditi da orologi e calendari. Potremmo sintetizzare che “il nostro problema” sia proprio vivere il tempo. La grammatica dell’Avvento ci pone davanti a parole ed esperienze come: tempo, durata, attesa, promessa, speranza-disperazione, pazienza, compimento. Ma sono addirittura il senso della Liturgia e l’intera esperienza della fede ad essere innervati da queste parole. L’orazione dopo la Comunione sintetizza tutto questo: «La partecipazione a questo sacramento, che a noi pellegrini sulla terra rivela il senso cristiano della vita, ci sostenga…».
    Da una parte l’inizio dell’Anno liturgico e dall’altra la conclusione dell’anno civile costituiscono il momento adatto per un’attenzione alla dimensione escatologica della fede. Ci ricorda spesso papa Francesco: «Non lasciamoci rubare la speranza!» (Evangelii gaudium, 86). È bene prendere sul serio questa accentuazione propria dell’Avvento e avere il coraggio di impegnarsi in una riflessione sulla speranza.
  • Nell’Anno liturgico Cristo, Figlio di Dio, sta all’inizio (Natale), è al centro della storia (Pasqua), ci sarà alla fine (Cristo Re dell’universo). La traduzione letterale del termine “avvento” significa “venuta”. In questo contesto si coglie subito una compenetrazione di presente e di futuro: l’esistenza è già data ed è sempre da ricevere. Si celebra la memoria dell’incarnazione del Verbo di Dio, che è già avvenuta nel passato, è presente nell’oggi, permane nel futuro e si compirà ritornando sulla terra.

    Dio assicura la sua presenza, viene a noi e arriva per noi, sempre più si “abbassa” in modo da raggiungerci. Si rivela attraverso il creato, poi diventa Compagno di viaggio per Israele, parla attraverso i profeti, infine mostra al mondo il suo volto umano in Gesù fattosi carne. Il “venire di Dio” si realizza, in modo speciale, nell’assemblea riunita per la preghiera comunitaria: «Dove due o più persone si riuniscono nel mio nome, io sono presente in mezzo a loro», in ogni Sacramento celebrato dalla Chiesa e nell’uomo che soffre e che ama.

Abitualmente, quando si parla di Avvento, si pensa al periodo di preparazione al Natale. La Liturgia della Prima Domenica richiama alla vigilanza perché Cristo può ritornare sulla terra in qualsiasi momento. In genere, si parla poco del ritorno glorioso del Signore pur essendo una costante della vita cristiana: «State attenti, vegliate, perché non sapete quando è il momento» (Mc 13,33). 

Il pensiero e la consapevolezza del ritorno di Cristo evitano il rischio di chiudersi nel presente e in ogni tipo di egoismo. La vita odierna, con tutte le sue gioie e i suoi dolori, è “penultima” e non costituisce la fase definitiva. Ogni figlio di Dio è un pellegrino e, camminando, vive questa consapevolezza: Cristo è già con noi, ogni giorno, fino alla fine dei tempi; Lui è già presente e attivo nella storia dell’umanità.

Noi non aspettiamo la fine del tempo, ma il ritorno di una precisa Persona. Illuminanti, in tal senso, le parole di A.M. Besnard: «Un cristianesimo che diventa insensibile all’attesa del ritorno di Cristo perde tutto il suo mordente… Non si può vedere proprio in questa lacuna una delle spiegazioni fondamentali dell’attuale scarsa vitalità del cristianesimo in molti di coloro che lo professano? Sono cristiani a causa di un certo passato, ma non a causa di un certo avvenire».

Il ritorno del Signore coincide con la sua manifestazione piena: in quell’occasione tutti gli uomini saranno giudicati sull’amore. La parabola di Matteo 25,31-46 (ascoltata Domenica scorsa) indica il modo in cui stare svegli per attendere il Signore: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ero malato e mi avete visitato…». Occorre saper riconoscere Gesù nei fratelli e sorelle che sono affamati, assetati, nudi, ammalati, forestieri.

La vigilanza consiste nell’ascolto della Parola che spinge ad aprirsi al fratello che è dimenticato, prendendolo a cuore. Accogliere il Signore oggi significa in modo particolare aprire il cuore, la casa, le strutture sociali ed ecclesiali a coloro che fuggono dai propri Paesi perché non hanno lavoro o perché la loro vita è esposta a tiranni che ledono ogni libertà e giustizia… Il Signore assicura un ritorno in cui libererà tutta l’umanità: l’amore e la giustizia trionferanno.

Per vivere l’Avvento e il Natale quest’anno:

materiali e appuntamenti, le domeniche di Avvento, la Novena

Per vivere l’Avvento con le famiglie

e in famiglia


NATALE: Cantiamo il “Dio con noi” 

Church of the Nativity

“ … Ecco l’ora in cui il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce. Fuori del sacro tempio che ci raccoglie, la notte è profonda: notte materiale per la mancanza del sole; notte spirituale, a causa degli uomini che dormono nella lontananza di Dio. A Betlemme, attorno alla stalla e nella città, è buio; e gli uomini che non hanno trovato posto per l’ospite divino, riposano in una vile pace; ma non saranno risvegliati affatto dal concerto degli Angeli.”
(Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico )

  • LA S.MESSA SOLENNE DELLA NOTTE 

  • IL PRESEPE E L’ALBERO

L’albero di Natale è oggi un simbolo fortemente evocativo, assai diffuso negli ambienti cristiani; evoca sia l’albero della vita piantato al centro dell’Eden (cf. Gn 2, 9), sia l’albero della croce, ed assume quindi un significato cristologico: Cristo è il vero albero della vita, nato dalla nostra stirpe, dalla vergine terra santa Maria, albero sempre verde, fecondo di frutti.

Scheda: 15 Il-Presepio-e-lalbero-di-Natale

Approfondimento con Benedetto XVI: 16 Approfondimento Benedetto XVI

  • LA PREGHIERA IN FAMIGLIA E IN PARROCCHIA

a) L’Angelus Domini è la preghiera tradizionale con cui i fedeli tre volte al giorno, cioè all’ aurora, a mezzogiorno, al tramonto, commemorano l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria.

E’  auspicabile che, in alcune occasioni, soprattutto nelle comunità religiose, nei santuari dedicati alla beata Vergine, durante lo svolgimento di alcuni convegni, l’Angelus Domini […] venga solennizzato, ad esempio, con il canto delle Ave Maria, con la proclamazione del vangelo dell’Annunciazione» e il suono delle campane.

Proposta per una celebrazione dell’ Angelus: 17 Angelus

b) La festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Domenica fra l’ottava del Natale) offre un ambito celebrativo adatto per lo svolgimento di alcuni riti o momenti di preghiera propri della famiglia cristiana.

Il ricordo di Giuseppe, di Maria e del fanciullo Gesù che si recano a Gerusalemme, come ogni osservante famiglia ebrea, per compiere i riti della Pasqua (cf. Lc 2, 41-42), incoraggerà l’accoglimento della proposta pastorale che, in quel giorno, tutta la famiglia riunita partecipi alla celebrazione dell’Eucaristia. E saranno pure significativi, in tale festività, la rinnovazione dell’affidamento della compagine familiare al patrocinio della santa Famiglia di Nazaret, la benedizione dei figli, prevista nel Rituale.

Schema per la Benedizione dei figli: 18 Benedizione-domestica-dei-figli


Solennità di MARIA Madre di Dio: giornata della pace

“Oggi, la Chiesa celebra in modo speciale l’augusta prerogativa della divina Maternità, e conferita a una semplice creatura, cooperatrice della grande opera della salvezza degli uomini. Noi effondiamo oggi tutto l’amore dei nostri cuori verso la Vergine Madre, e uniamoci alla felicità che essa prova per aver dato alla luce il Signore suo e nostro. Ha il diritto di chiamarlo suo Figlio; e lui, per quanto Dio, la chiamerà con tutta verità sua Madre.” (P. Guéranger, L’Anno liturgico)

31 Gennaio

Al termine di un anno civile, la Chiesa si rivolge al suo Signore con la celebrazione dell’ Eucarestia e con il canto del Te Deum per rendergli grazie, lodarlo, domandare perdono e invocarne la benedizione.

1 Gennaio

Alla solennità della SS. Madre di Dio, la principale delle festività mariane dell’anno liturgico, è unita la Giornata Mondiale della Pace.


EPIFANIA: Manifestazione della sua venuta

“Cristo Gesù, vero Dio e vero Uomo (secondo il significato mistico dei doni recati dai Magi), ha abbattuto le barriere, vuole il superamento dei particolarismi di contrapposizione, fa crollare i muri di separazione tra vicini e lontani. E la Chiesa è chiamata ad essere la luminosa Gerusalemme nuova dell’incontro di tutti i cittadini del mondo (Is 60, 4). (F. Rainoldi)

“I Magi sono stati introdotti presso il gran Re che cercavano, e noi tutti li abbiamo seguiti. Il Bambino ha sorriso a noi come a loro. Fin da questo momento apriamo i nostri tesori; teniamo in mano il nostro oro, il nostro incenso e la nostra mirra, per il Neonato. Egli gradirà questi doni con bontà, e non sarà in ritardo con noi. Quando ci ritireremo come i Magi, lasceremo come loro i nostri cuori sotto il dominio del divino Re, e anche noi per un’altra strada, per una via del tutto nuova, rientreremo in quella patria mortale che deve ancora trattenerci, fino al giorno in cui la vita e la luce eterna verranno a far sparire in noi tutto ciò che vi è di ombra e di tempo. (P. Gueranger, L’Anno liturgico)

Durante la celebrazione eucaristica, appena dopo la proclamazione del Vangelo, è previsto il solenne “Annuncio della Pasqua”.  (cfr. Messale, Appendice, per il canto e calendario liturgico regionale). L’Epifania è una festa della redenzione e la sua pienezza si avrà negli eventi pasquali. In questo contesto, la manifestazione del Signore ai Magi appare come il primo atto di una sequenza di epifanie-manifestazioni che sono il tessuto dell’intera esistenza terrena di Cristo. Lui, luce del mondo, è la meta finale della storia, il punto di arrivo di un esodo, di un provvidenziale cammino di redenzione, che culmina nella sua morte, risurrezione e ascensione al cielo. Per questo, nella solennità dell’Epifania, la liturgia prevede l’ Annuncio della Pasqua: l’anno liturgico, infatti, riassume l’intera parabola della storia della salvezza, al cui centro sta il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto.

  • Alle 15 celebriamo la Benedizione dei Bambini e l’animazione dell’Infanzia Missionaria