«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

Confessioni per Pasqua – Esame di coscienza

PER l’ESAME DI COSCIENZA

L’Esame di coscienza è un esercizio di preghiera che permette di scoprire dove e quando ho incontrato il Signore nella giornata trascorsa, nel periodo.

Quando farlo? Una volta al giorno per 10/15 minuti. 

Come farlo? Non è anzitutto un esame di perfezione o imperfezione moralistica, ma è riconoscere dove ho incontrato il Signore e dove gli ho girato lo sguardo per evitare di incontrarlo.

Nel guardarmi, mi vedo come Dio mi vede, come Gesù guarderebbe secondo me quello che ho vissuto, con il suo sguardo ricco di misericordia. Poi mi chiedo: sto sviluppando modi di agire che approvo o sto cadendo in modi di agire che la mia coscienza/il suo sguardo respinge?

Ecco cinque passaggi pratici che ti possono aiutare a fare l’esame di coscienza:

Primo. Segno di croce. Chiedo lo Spirito Santo. Mi raccolgo nel “cuore”. Prendo tempo per ringraziare di ciò che ho vissuto nella mia giornata.

Secondo. Davanti ai doni, magari con una pagina del vangelo, la Passione di Gesù, chiedo a Dio di aiutarmi a vedere come sto crescendo, attraverso i doni e le resistenze, i peccati. Il peccato principale è la dimenticanza del dono.Quando mi dimentico del suo dono?

Terzo. Ripercorro la giornata ora per ora (o il periodo) dialogando con il Signore: il lavoro, gli incontri, le azioni ma soprattutto riconoscendo i pensieri, i sentimenti, le parole, le radici… cioè che il cuore sente che non corrisponde a come Lui mi vede e che è stato vissuto nella chiusura verso di Lui e verso gli altri. Perché lo faccio, c’è qualche vizio in cui sono caduto?

Quarto. Porto nella preghiera quello che ho imparato, parlando a Dio e dicendogli qualsiasi cosa che io abbia bisogno di dirgli: un vecchio risentimento, che mi sembra impossibile da eliminare; un’abitudine non buona da cui non riesco a liberarmi; ecc. Chiedo a Dio che mi insegni ad accogliere il suo insegnamento.

Chiedo misericordia. Di vedermi come lui mi guarda.

Quinto. Guardo a domani e decido come agire, mi affido a Dio perché mi aiuti nella conversione, chiedendo lo Spirito santo.

Ringraziare, confessare i peccati, esprimere la fiducia nel perdono di Dio:
ecco cosa dire al sacerdote! 

Una traccia qui sotto:

“La Speranza, non delude”

Il Sacramento della Riconciliazione è l’insostituibile punto di partenza di un reale cammino di conversione» papa Francesco, Spes non confundit. Bolla di indizione del Giubileo ordinario dell’anno 2025

«La speranza nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal cuore di Gesù trafitto sulla croce» (Spes non confundit, n. 3)

  • Mi soffermo, ogni giorno, nella preghiera per discernere i segni dell’amore che il Signore offre alla mia vita? So esprimere la gratitudine?
  • In modo particolare, vivo stabilmente il rendimento di grazie nell’Eucaristia domenicale, partecipando attivamente e consapevolmente alla liturgia?

«La speranza si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità» (Spes non confundit, n. 3)

  • So trovare il tempo perché l’ascolto della Parola, personalmente e insieme alla comunità, alimenti la mia fede come relazione con Dio in Gesù? 
  • Dalla mia relazione con il Signore nasce un significativo e concreto atteggiamento di carità?
  • La mia carità è costruzione di rapporti improntati a comprensione, benevolenza, generosità? 
  • C’è un’attenzione particolare a chi versa nel bisogno. Vivo la carità offrendo motivi di speranza e avendo a cuore la gioia dei fratelli?

«La pazienza, frutto anch’essa dello Spirito Santo, tiene viva la speranza e la consolida come virtù e stile di vita» (Spes non confundit, n. 4)

  • So essere paziente nelle mie relazioni o nelle situazioni difficili della vita? Prevale in me l’insofferenza o il nervosismo?
  • A volte, proprio a causa dell’impazienza, divento violento con i miei giudizi, le mie parole o anche con alcuni gesti che contrastano la carità? 
  • So chiedere perdono e offrire generosamente il perdono?

«Guardare al futuro con speranza equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere» (Spes non confundit, n. 9)

  • Do un senso alla mia vita a partire dalla mia fede? Penso seriamente alla vocazione, come chiamata a mettere a disposizione i talenti ricevuti per il bene mio e dei fratelli? Sono aperto alla vita secondo le responsabilità che ho e a partire dalla mia vocazione?
  • So dissociarmi da scelte contrarie alla vita quali l’aborto e l’eutanasia?
  • Metto in pericolo la mia vita praticando scelte non opportune o addirittura pericolose, e facendo uso di sostanze che pregiudicano il bene della mia vita?
  • Vivo la virtù della castità, secondo la mia vocazione, come modalità per esprimere l’amore fedele a servizio di una vita ricca di amore?

«Le opere di misericordia sono anche opere di speranza» (Spes non confundit, n. 11)

  • C’è in me un’autentica e concreta attenzione agli altri? Visito gli ammalati? Ho rispetto per gli anziani? Sono aperto a ogni fratello ricordando che anche per lui Gesù è morto in croce?
  • Sono solidale con chi soffre? C’è nella mia gestione economica un posto per i poveri? So accogliere i fratelli che migrano per cercare condizioni di vita vivibili o mi lascio guidare da un pregiudizio che non dona speranza?
  • Nell’uso dei beni della terra so riconoscere l’importanza della responsabilità e della condivisione?

 

Un’altra traccia qui sotto:

Trovo di seguito 7 spunti di riflessione in riferimento alle domeniche di Quaresima che abbiamo vissuto, alla Parola di Dio già ascoltata, da lasciar risuonare. 

  1. Le tentazioni di Gesù: “lo Spirito sospinse Gesù nel deserto ed egli vi rimasse quaranta giorni tentato da Satana” (Lc 4,1-13)
    Guardo con gli occhi del cuore?
    Nel cuore ricordo e riconosco che siamo figli amati, o seguo lo sguardo del demonio e cerco l’apparire, il potere, il piacere. Mi lascio tentare o combatto?
    Guardo con attenzione le persone della mia famiglia? Sono attento/a ai loro bisogni? Collaboro concretamente o pretendo solo?
  1. La trasfigurazione: “Gesù prese con sé  Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte a pregare. E mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto e la sua vesta divenne candida e sfolgorante… e dalla nube uscì una voce che diceva: Questi è il Figlio mio  l’eletto: ascoltatelo!” (Lc 9,28-35)
    So guardare lontano? Riconoscendomi figlia/o amata/o, mi metto cioè in ascolto della sua Parola per guardare quello che accade oltre l’immediato? Nella sua volontà? Medito il vangelo? Prego mattino e sera con fedeltà? Incontro il Signore nella domenica, alla Messa?
    Nel mondo ci sono uomini, donne, bambini che vivono situazioni molto difficili di fame, guerra, paura. Prego qualche volta per loro? Mi muovo per loro?
  1. L’invito alla conversione: “In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”.  Lc 13,1-3
    Guardo con cura? O giudico facilmente, condanno, critico con superficialità? Lo sbaglio degli altri mi ricorda che anche io posso convertirmi ancora?
    Dio ci ha donato un’immensa bellezza, spazi verdi, il mare, le montagne, i fiori. Mi prendo cura in modo adeguato dell’ambiente, riconoscendo che ogni cosa e persona è suo dono?
  1. Il Padre buono! Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. (…) «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» Lc 15
    Guardo in modo corretto al Padre? è per me un Dio dittatore prepotente, è uno da cui scappare, è uno di cui mi sento schiavo? Gli altri sono fratelli o gente su cui puntare il dito? Sono attento al linguaggio? So ammette un errore e so di accogliere chi sbaglia? 
  1. La donna adultera!
    «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». (Gv 8,1-11)
    So guardare oltre? Evitando di andare dietro alla massa, alla TV, ai social. Uso la mia testa, so confrontarmi senza prendere di avere sempre ragione? So vedere il bene che c’è in ciascuno anche nei nemici? Cerco vendetta?
    Cerco di avere gesti puliti, interi verso gli altri? Vivo la mia sessualità secondo il vangelo, come un linguaggio fatto per esprimere l’amore vero? 
  1. la Passione! Quale immagine della Passione di Gesù conservo nel cuore?
    Mi ricordo di come il Signore si è unito al mio buio, alla mia fatica, alla mia morte, con la sua passione? Durante la mia giornata mi accorgo delle cose belle che sto vivendo, della bellezza che mi circonda, dell’amore delle persone che il Signore mi ha messo accanto?
    Nell’arco della giornata quante volte incontro, cerco, incrocio lo sguardo di qualcuno: i cari, i colleghi, gli amici ….Possono essere sguardi d’amore, di gioia, di tristezza, di rimprovero, di perdono … Com’è il mio sguardo verso l’altro e verso l’ambiente che mi circonda?

7) Lasciati guardare con gli occhi di Gesù

Gesù mi guarda sempre con amore, mi dona il suo perdono. Mi affido a lui, cosa penso mi direbbe? 

Preghiamo gli uni per gli altri: Confesso, Padre Nostro …

 

RINGRAZIAMENTO

Preghiera di ringraziamento. 

C: Dio onnipotente ed eterno che ci correggi con giustizia

e perdoni con infinita clemenza, ricevi il nostro umile ringraziamento.

Tu che nella tuo provvidenza tutto disponi secondo un disegno di amore,

fa’ che accogliendo in noi la grazia del perdono portiamo frutti di conversione 

e viviamo sempre nella tua amicizia.  Per Cristo Nostro Signore. Amen

 

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