Il cammino nella fede
D) Chiesa Santi Vitale e Valeria
1) L’arte
Documentata già dal 1196, la chiesa è intitolata ai Santi Vitale e Valeria, genitori dei Santi Gervasio e Protasio patroni di Bormio. Sorge vicino alla zona artigianale del borgo. Sulla facciata principale è rappresentato il Cristo della Domenica, realizzato nel XIV secolo e dipinto su uno sfondo rosso attorniato da aratri, pale da forno, carri e altri attrezzi da lavoro. La tradizione vuole che il Cristo della Domenica si bagni di una goccia di sangue ogni qual volta non venga rispettato il riposo festivo.
Sotto il Cristo della Domenica troviamo un affresco dei Santi Vitale e Valeria, mentre sopra il portale di ingresso è raffigurata la Madonna in trono, con San Antonio Abate e un altro santo non identificato.
L’interno della chiesa, a navata unica con volte a crociera, presenta due affreschi del XVI secolo raffiguranti Cristo Crocifisso e la Madonna del Latte.
L’abside è contraddistinto da una ancona lignea di inizio Cinquecento, raffigurante la discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli.
Ai lati dell’ancona sono esposte alcune interessanti statue lignee rappresentanti i SS. Gervasio e Protasio vestiti da soldati e con in mano la palma del martirio. Accanto a loro altre statue lignee tra le quali spicca quella di San Lorenzo.
2) La testimonianza:
Vitale e Valeria, genitori dei santi Gervasio e Protasio, anch’essi martiri, sono celebrati insieme il 28 aprile. In particolare s. Vitale ha avuto, una raffigurazione nell’arte molto vasta, a lui sono dedicate la basilica di S. Vitale in Ravenna, con i suoi magnifici mosaici, la chiesa omonima a Venezia e a Roma.
Vitale e Valeria sono vissuti e morti nel III secolo; Vitale è un ufficiale che ha accompagnato il giudice Paolino da Milano a Ravenna.
Scoppiata la persecuzione contro i cristiani, accompagna, incoraggiandolo, il medico ligure Ursicino, condannato a morte.
Lo stesso Vitale viene arrestato e dopo aver subito varie torture per farlo apostatare dal cristianesimo, il giudice Paolino ordina che venga gettato in una fossa profonda e ricoperto di sassi e terra; così anch’egli diventa un martire di Ravenna e il suo sepolcro nei pressi della città, diviene fonte di grazie.
La moglie Valeria avrebbe voluto riprendersi il corpo del marito, ma i cristiani di Ravenna glielo impediscono, allora cerca di ritornare a Milano, ma durante il viaggio incontra una banda di villani idolatri, che la invitano a sacrificare con loro al dio Silvano; essa rifiuta e per questo viene percossa così violentemente che, portata a Milano, muore tre giorni dopo.
I giovani figli Gervasio e Protasio, vendono tutti i loro beni, dandoli ai poveri e si dedicano alle sacre letture, alla preghiera e dieci anni dopo vengono anch’essi martirizzati.
3) La riflessione (Papa Francesco)
«Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo» (Lv 11,4).
Dio non chiama tutti, in maniera anonima e generica, ma rivolge a ciascuno una personale chiamata.
«Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio […]: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati […]. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio,» (Gaudete et Exsultate 7).
«tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via» (Gaudete et Exsultate 10).
«Quello che conta è che ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio ha posto in lui (Cf 1 Cor 12,7) e non che si esaurisca cercando di imitare qualcosa che non è stato pensato per lui» (Gaudete et Exsultate 11).
«Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. [….] Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù» (Gaudete et Exsultate 14).
«Questa santità a cui il Signore ti chiama andrà crescendo mediante piccoli gesti» (Gaudete et Exsultate 16).
«Voglia il Cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita. […] Il Signore la porterà a compimento anche in mezzo ai tuoi errori e ai tuoi momenti negativi, purché tu […] rimanga sempre aperto alla sua azione soprannaturale che purifica e illumina» (Gaudete et Exsultate 24).
4) La domanda
Hai imparato da amare da cristiano in un famiglia? Da quali gesti?
Il Signore ti sta chiamando a fare un passo concreto, per un amore che assomigli a quello di Dio, quale?
5) La Preghiera e l’azione
Rivolgi brevemente al Signore la tua preghiera…
Puoi scrivere una preghiera su un cartoncino, lasciarlo nella cassettina: pregheremo per la tua intenzione.