«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

B) Chiesa di S.Antonio – del S. Crocifisso

Il cammino della fede

 

B) Chiesa di S.Antonio  – del S. Crocifisso

1) L’arte: il Crocifisso di Combo

Un documento ci informa che, nel 1348, anche nel Bormiese incombeva l’epidemia di peste. I bormini avevano fatto voto di costruire una chiesa, qualora il paese fosse uscito indenne dalla pestilenza. Così fecero. La struttura venne poi rimaneggiata e ampliata con un intervento massiccio nel XVI sec. e nel 1737. 

Ci soffermiamo sulla croce lignea, scolpita nel cinquecento da autore ignoto, di buona fattura, specialmente nell’espressione del volto, incorniciato a capelli. Su quel volto si può cogliere l’intensa sofferenza dell’uomo ma, al contempo, la grazia divina capace di attraversare ogni dolore e trasformarlo in Amore. 

Molti sono gli ex-voto e in particolare le tavolette lignee  che testimoniano le grazie ricevute. 

2) La testimonianza: 

Si narra che il Crocifisso venne scolpito da un abitante di Valfurva, che in questo modo volle ringraziare per essere scampato ad un fulmine che si era abbattuto sull’albero sotto cui aveva cercato riparo con il suo gregge di pecore. Il fulmine incenerì quel pino gembro e ne rimase solo un pezzo di legno che ricordava la figura di Cristo in croce, su cui il pastore intagliò il crocifisso dopo un lavoro di tre giorni e tre notti. Fu fonte di benedizione per la sua vita familiare. Un giorno però perse la vita contrastando alcuni brutti ceffi che distruggevano ogni cosa. Qiuesti, innervositi dal crocifisso lo gettarono nel Frodolfo. 

La croce fu trasportata dal torrente in piena, fino a un ansa, nei pressi della chiesa. I vicini la portarono al Camposanto, presso il quale vi erano le fosse comuni per i morti di peste, ma presto si accorsero che quel crocifisso era miracoloso e ebbero varie conferme. Ad esempio quella volta, nel 1855 quando un furioso incendio che stava devastando tante case del centro di Bormio si arrestò alle soglie del ponte di Combo e risparmiò le abitazioni del reparto. Oppure quando scoppiò improvvisamente la peste e la gente subito si recò in massa presso il Crocifisso implorando la grazia. Il Crocifisso venne trasportato per le vie del paese e miracolosamente l’esplosione della peste cessò: da allora nacque la tradizione del “trasporto”.

3) La riflessione (Papa Francesco, 4 marzo 2017)

Farsi «il segno della croce» distrattamente e ostentare «il simbolo dei cristiani» come fosse «il distintivo di una squadra» o «un ornamento», magari con «pietre preziose, gioielli e oro», non ha nulla a che vedere con «il mistero» di Cristo. Serve un esame di coscienza proprio sulla croce, per verificare come ciascuno di noi porta nella quotidianità l’unico vero «strumento di salvezza».

«Attira l’attenzione che nel breve passo del Vangelo di Giovanni (8, 21-30) per tre volte Gesù dice ai dottori della legge, agli scribi, ad alcuni farisei: “Morirete nei vostri peccati”». «Lo dice perché non capivano il mistero di Gesù, perché avevano il cuore chiuso e non erano capaci di aprire un po’, di cercare di capire quel mistero che era il Signore». Infatti, «morire nel proprio peccato è una cosa brutta: significa che tutto finisce lì, nella sporcizia del peccato».

Ma poi «questo dialogo continua e, alla fine, Gesù dice: “Quando avrete innalzato il figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono e che non faccio nulla da me stesso”».

Con queste parole «Gesù fa ricordare quello che è accaduto nel deserto» e possiamo leggere nel libro dei Numeri (21, 4-9). È il momento in cui «il popolo annoiato, il popolo che non può sopportare il cammino, si allontana dal Signore, sparla di Mosè e del Signore, e trova quei serpenti che mordono e fanno morire». Allora «il Signore dice a Mosè di fare un serpente di bronzo e innalzarlo, e la persona che subisce una ferita del serpente, e che guarda quello di bronzo, sarà guarita».

«Il serpente è il simbolo del cattivo, è il simbolo del diavolo: era il più astuto degli animali nel paradiso terrestre, è quello che è capace di sedurre con le bugie», è «il padre della menzogna: questo è il mistero». Ma allora «dobbiamo guardare il diavolo per salvarci? Il serpente è il padre del peccato, quello che ha fatto peccare l’umanità». In realtà «Gesù dice: “Quando io sarò innalzato in alto, tutti verranno a me”. Ovviamente questo è il mistero della croce».

«Il serpente di bronzo era segno di due cose: del peccato, della seduzione del serpente, dell’astuzia del serpente; e anche era segnale della croce di Cristo, era una profezia». 

Così possiamo dire che «Gesù si è “fatto serpente”, Gesù si “è fatto peccato” e ha preso su di sé le sporcizie tutte dell’umanità, le sporcizie tutte del peccato. E si è “fatto peccato”, si è fatto innalzare perché tutta la gente lo guardasse, la gente ferita dal peccato, noi. Questo è il mistero della croce e lo dice Paolo: “Si è fatto peccato”. Ha sperimentato le conseguenze del peccato, pur innocente. «Chi non guardava il serpente di bronzo dopo essere ferito da un serpente nel deserto moriva nel peccato, il peccato di mormorazione contro Dio e contro Mosè». Allo stesso modo, «chi non riconosce in quell’uomo innalzato, come il serpente, la forza di Dio che si è fatto peccato per guarirci, morirà nel proprio peccato». Perché «la salvezza viene soltanto dalla croce, ma da questa croce che è Dio fatto carne: non c’è salvezza nelle idee, non c’è salvezza nella buona volontà, nella voglia di essere buoni». In realtà «l’unica salvezza è in Cristo crocifisso, perché soltanto lui è stato capace di prendere tutto il veleno del peccato e ci ha guarito lì».

«Oggi la Chiesa ci propone un dialogo con questo mistero della croce, con questo Dio che si è fatto peccato, per amore a me». E «ognuno di noi può dire: “per amore a me”». 

4) La domanda 

Come porto io la croce: come un ricordo? Quando faccio il segno della croce, sono consapevole di quello che faccio? Oppure «ho imparato a portarla sulle spalle, dove fa male?

5) La Preghiera e l’azione  

Ognuno guardi il crocifisso, guardi questo Dio che si è fatto peccato perché noi non moriamo nei nostri peccati!

Prega il S.Crocifisso.