«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

Ricordi e racconti del Trasporto 2025

Il trasporto del S. Crocifisso di Combo in Bormio: trasporto del cuore!

È una tradizione che coinvolge la comunità di Bormio e le valli circostanti in un profondo atto di fede. Da secoli è la processione del Santo Crocifisso, solennemente portato tra le vie del paese, che mostra pubblicamente la devozione della popolazione e diventa invocazione di preghiera in caso di calamità, pericoli, occasioni particolari. Per una maggiore completezza di informazioni dal punto di vista storico si rimanda al sito della parrocchia di Bormio nella pagina dedicata (www. parrocchiabormio.it).

Da giovedì 11 a domenica 14 settembre il vicariato di Bormio si è stretto intorno al S. Crocifisso per vivere diverse celebrazioni o momenti di preghiera personali e per tre giorni la collegiata dei Ss. Gervasio e Protasio dalle 6.30 alle 24.00 ha accolto grandi e piccoli. 

Le motivazioni che hanno mosso questo trasporto sono state: celebrare l’Anno Giubilare della Speranza indetto da Papa Francesco, ringraziare il Signore per i doni ricevuti, chiedere il risveglio della fede nella nostra comunità, dei gesti di conversione e di ritorno al Signore.

Le intenzioni di preghiera inalzate al S. Crocifisso sono state per l’unità, la pace e la giustizia nel mondo e nel nostro territorio, per il conforto a tanti fratelli e sorelle costretti ad abbandonare il proprio paese, per l’unità nelle nostre famiglie e il sostegno a quelle in difficoltà, per il rinnovo delle nostre comunità perché crescano nell’essere discepoli missionari gioiosi di vivere insieme il Vangelo, per il dono di nuove vocazioni al sacerdozio ministeriale e di speciale consacrazione tra i nostri giovani.

Trasportare significa “portare oltre”. E il trasporto del Santo Crocifisso, nella sua dimensione più concreta, è proprio questo: condurlo oltre il fiume, attraversare il ponte di Combo, per raggiungere la chiesa collegiata. Ma chi lo ha vissuto anche solo una volta sa che non si tratta solo di un gesto fisico. È un’esperienza che tocca l’anima, che lascia un’impronta indelebile nel cuore.

Non è soltanto costruire porte trionfali, adornare le strade con fiori e drappi, preparare il passaggio. È molto di più. È rispondere a un richiamo silenzioso, lasciarsi attirare in chiesa e condurre dal suo amore, fermarsi davanti a Lui anche solo per un istante, e ascoltarlo.

È sorprendente come, pur restando immobile, il Crocifisso riesca a muovere un intero paese. Richiama bambini, giovani, anziani, ammalati, coppie, famiglie intere, persino chi non frequenta abitualmente la chiesa. E come opera lo si percepisce nei volti commossi, negli sguardi intensi, nelle mani tese, nelle ginocchia piegate a lungo. È un movimento che parte dal cuore.

Quando gli si apre anche solo un piccolo pertugio, uno spiraglio, Lui entra. Agita, ribalta, svuota. E poi riempie, con dolcezza, con calma, con amore. Guardarlo è un’esperienza che va oltre l’apparenza: il suo corpo è magro, consunto, il ventre gonfio. Eppure emana una bellezza che solo gli occhi del cuore sanno cogliere.

Ha la bocca aperta, come se volesse parlarci. Ma le Scritture ci ricordano che sulla croce Gesù ha pronunciato solo sette parole. Forse non è lì per parlare, ma per riempire il nostro cuore con il Suo Santo Spirito, dono d’amore e nostra eredità. È pronto a entrare, e a colmarci col suo amore se siamo capaci di svuotare il cuore con una confessione sincera e una riconciliazione autentica con il Padre. E allora, saremo con Lui in Paradiso, già da oggi, qui sulla terra.

Fidarsi e affidarsi a Lui significa affrontare ogni difficoltà, ogni tentazione, ogni prova, con occhi limpidi e cuori colmi di gratitudine. È questo il miracolo del trasporto: pochi hanno il privilegio di portarlo fisicamente per le vie del paese, ma tutti possono seguirlo. E lasciarsi trasportare dal suo amore.

E oggi, nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce, celebriamo proprio quel legno che ha portato la salvezza, quel segno che trasforma il dolore in redenzione, la morte in vita.

Cristo è disceso sulla terra per farsi innalzare sulla croce, e così come attira verso l’alto il nostro sguardo è pronto ad innalzarci con lui per l’eternità. È sceso nella nostra umanità per elevarci alla sua divinità. Si è fatto piccolo per renderci grandi, si è fatto servo per liberarci, si è lasciato inchiodare per portarci in Cielo. La sua croce è il ponte tra la terra e il cielo, tra la nostra miseria e la sua misericordia.

Che il nostro cammino, come pellegrini di speranza, sia illuminato dalla Croce gloriosa di Cristo. E che il trasporto del Santo Crocifisso sia per ciascuno di noi un invito a lasciarci trasportare dal suo amore, ogni giorno.

Nella solenne celebrazione eucaristica della festa dell’Esaltazione della Croce il nostro vescovo Oscar ha ricordato che “la croce è il luogo massimo della manifestazione dell’amore di Dio per ogni uomo e che la speranza non è astratta”; ha invitato, in un tempo così complesso e incerto, a mettere in pratica la speranza: “la speranza confida nella vittoria di Dio sul male, si esercita nella tribolazione, si approfondisce nella pazienza, si allarga nella capacità di resistere al mare, si prolunga con una grande naturalezza nell’umiltà e nella magnanimità, nella dolcezza e nell’amabilità, si specchia nella pace, si sedimenta nella preghiera e appare inseparabile dalla gioia”. 

Chiamati tutti ad essere pellegrini di speranza percorriamo le strade che il Signore ha pensato per noi nella certezza che il Suo Amore è per sempre e comunque!