Meglio l’educazione nordica. Meglio se fino a 15 anni si tengono lontano dai social. Meglio se si lavora sulle competenze genitoriali. Meglio se si mettono da parte le promesse di felicità a basso costo. Meglio se si stimola lo sviluppo della resilienza. Meglio se imparano ad accettare qualche “no”. Meglio, certo. Ma tutto questo lavoro chi lo deve fare? Sull’educazione si scrivono libri – solo negli ultimi mesi ne sono usciti a decine – si organizzano conferenze e forum, si avviano ricerche e sondaggi. Sono preoccupazioni lodevoli, non c’è neppure da metterlo in dubbio. Ma forse, in questa ricerca della ricetta magica per educare - che non esiste - ci siamo dimenticati di un particolare. Se manca una coppia di genitori “funzionali” – termine non esaltante ma caro agli psicologi – nessun progetto educativo può dirsi davvero adeguato. Sarà un discorso antipatico e datato, ma solo se partiamo da una coppia che “funziona” sul piano delle dinamiche relazionali, su quello dell’intesa personale e spirituale, su quella della condivisione valoriale, su quello della reciprocità, avremo la piattaforma migliore per impostare e portare a termine qualsiasi progetto educativo. Dobbiamo avere il coraggio di proporre questo punto di vista, senza timore che possa apparire fuori moda, elitario, confessionale. Dare forza alla coppia, lavorare perché nel cuore della famiglia non venga meno il ruolo di una mamma e di un papà convinti che il loro impegno sia determinante per il bene della famiglia – e non solo – è un obiettivo ragionevole proprio alla luce dei processi educativi. Non stiamo tratteggiando il profilo di una coppia ideale, di due genitori capaci di risolvere ogni problema solo grazie alla loro coesione, alla loro volontà di bene, alla loro armonia positiva. Ogni coppia porta sulle spalle il peso di fallimenti, fatiche, fragilità. Ogni coppia, anche la più efficiente in apparenza, ha bisogno di avere intorno una comunità che viaggia sulla stessa sintonia e condivide gli stessi obiettivi. Parlando di educazione, non è mai facile. Ma anche la più attrezzata orchestra educativa farà registrare stonature e vuoti esecutivi senza la presenza coerente di due genitori capaci di armonizzare il contributo di tutti. Sappiamo benissimo che oggi trovare coppie così è sempre più difficile, che separazioni, disgregazioni, ricomposizioni, solitudini segnano in modo crescente il profilo di tante famiglie. Ma sappiamo anche che, pur in un panorama sempre più frastagliato e incerto, tutti i genitori conoscono bene il valore dell’educazione. E vorrebbero fare il massimo per ottenere buoni risultati. Ecco, a questi genitori diciamo che al di là delle formule e delle strategie educative, la loro presenza, il loro impegno e – diciamolo pure – il loro amore fedele e tenace quanto più possibile, è ciò che di meglio possano donare a un figlio per accompagnarlo nell’avventura di diventare grande. Il fatto che non tutti i genitori abbiano la grande fortuna di vivere un amore di coppia generativo in un cammino quotidiano di fiduciosa reciprocità, non vuol dire che ci siano mamme e papà di serie A e di serie B, ma ci deve portare a riconoscere l'esistenza di realtà più o meno favorevoli per una crescita equilibrata e armoniosa dei figli. E all'ìmpegno di mantenere queste condizioni, con sacrificio e umiltà, mettendo sempre al primo posto il loro bene. Non è mai facile, anzi. Ma ricordarlo è giusto per evitare aspettative fuori posto in formule o metodi educativi astratti.
Come aiuto mio figlio a gestire le emozioni? Come lo abituo a rispettare le regole? Come sostengo la sua autostima? La risposta del sito “Genitore Informato” a queste e a tante altre domande relative all’educazione dei nostri figli sta nell’imparare a dire di no. No alle scorciatoie educative, no ai compromessi, no a tutte quelle soluzioni che nel tempo sappiamo di non poter sostenere. Saper dire no significa capire non solo quando e come è necessario farlo, ma anche quando invece è meglio dare più peso al sì, e alla libertà. Significa adottare un progetto educativo che rispetti tutte le parti in causa e sia in grado di preparare i nostri bambini ad affrontare la complessità del mondo in cui viviamo. La sintesi di questo metodo è la disciplina Umami, che si basa sui principi di Unicità, Maturità, Autenticità, Meraviglia e Indipendenza, concentrandosi prima di tutto sul genitore: soltanto un padre e una madre che avranno fatto propri questi valori riusciranno a trasmetterli ai figli e sapranno rispondere alle loro esigenze aiutandoli a crescere felici. “Genitore informato” è stato creato da Claudia Denti, dottoressa in Scienze dell’educazione e della formazione, consulente del sonno IACSC, e da Severino Cirillo, dottore in Health Science, specializzato in Science of Happiness and Wellness.