«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

A) Chiesa Collegiata Santi Gervasio e Protasio

Il cammino della fede

 

A) Chiesa Collegiata
Santi Gervasio e Protasio

1) L’arte, il battistero

La cappella del battistero, in Chiesa collegiata è posizionata appena entrati sulla sinistra. 

Un antico fonte battesimale di pietra è sovrastato da una cupola lignea (Giovanni Tedesco, 1648).

L’elegante cancellata in ferro battuto, che chiude la cappella, apparteneva un tempo al vecchio ossario. 

2) La testimonianza: 

Sono nato da papà del Cameroun e mamma del Ciad, sono stato chiamato Tchangmena Alaramadji (due cognomi). Entrambi i nonni erano di origine musulmana. In seguito, papà era diventato protestante luterano, la mamma invece, con i suoi fratelli erano diventati cristiani cattolici.

Siamo nove figli. Sono arrivato a Roma nel 2016. Nel mio cuore mancava qualcosa per completarmi e con mia sorella ho cominciato un cammino spirituale che mi ha portato a maturare l’idea di riceverei sacramenti. Io non ho un nome. Nei documenti ufficiali sono “Senza Nome”, questo, perché alla nascita ebbi una morte apparente e i familiari presenti erano convinti che fossi realmente morto ed avevano predisposto i funerali, arrivò mio padre che rientrava da un viaggio di lavoro e gli dissero che ero morto. Papà chiese di vedere dove ero stato portato.  Giunto al cimitero disse che suo figlio non era morto e ripeteva con insistenza di tirarmi fuori e cominciai a piangere e dalla gioia papà esclamò “IIALARAMADJI” che nella lingua di mia madre significa Dio fa le cose bene. Prima che papà morisse gli avevo chiesto come avrebbe voluto chiamarmi e mi disse “Jean Pierre”.

Finalmente anch’io avrò un nome.  (Jean Pierre, Roma 2018)

3) La riflessione (cfr Papa Francesco, 1 settembre 2020)

La Pasqua di Cristo, con la sua carica di novità, ci raggiunge attraverso il Battesimo per trasformarci a sua immagine: i battezzati sono di Gesù Cristo, è Lui il Signore della loro esistenza. Il Battesimo è il «fondamento di tutta la vita cristiana» (CCC, 1213). E’ il primo dei Sacramenti, in quanto è la porta che permette a Cristo Signore di prendere dimora nella nostra persona e a noi di immergerci nel suo Mistero.

Il verbo greco “battezzare” significa “immergere” (cfr CCC, 1214). Il bagno con l’acqua è un rito comune a varie credenze per esprimere il passaggio da una condizione a un’altra, segno di purificazione per un nuovo inizio. Ma per noi cristiani non deve sfuggire che se è il corpo ad essere immerso nell’acqua, è l’anima ad essere immersa in Cristo per ricevere il perdono dal peccato e risplendere di luce divina (cfr Tertulliano). In virtù dello Spirito Santo, il Battesimo ci immerge nella morte e risurrezione del Signore, affogando nel fonte battesimale l’uomo vecchio, dominato dal peccato che divide da Dio, e facendo nascere l’uomo nuovo, ricreato in Gesù. In Lui, tutti i figli di Adamo sono chiamati a vita nuova. Il Battesimo, cioè, è una rinascita. Tutti noi ricordiamo la data della nostra nascita: sicuro. Ma domando a voi: ognuno di voi ricorda qual è stata la data del suo battesimo? come non festeggiare il giorno della rinascita? Quel giorno ringraziamo il Signore, perché è proprio il giorno in cui Gesù è entrato in me, lo Spirito Santo è entrato in me. 

Ricordiamo le ultime parole del Risorto agli Apostoli: «Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Attraverso il lavacro battesimale, chi crede in Cristo viene immerso nella vita stessa della Trinità.

Non è infatti un’acqua qualsiasi quella del Battesimo, ma l’acqua su cui è invocato lo Spirito che «dà la vita» (Credo). Pensiamo a ciò che Gesù disse a Nicodemo per spiegargli la nascita alla vita divina: «Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito» (Gv 3,5-6). Perciò il Battesimo è chiamato anche “rigenerazione”: crediamo che Dio ci ha salvati «per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito» (Tt 3,5).

Il Battesimo è perciò segno efficace di rinascita, per camminare in novità di vita. Lo ricorda san Paolo ai cristiani di Roma: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,3-4).

Immergendoci in Cristo, il Battesimo ci rende anche membra del suo Corpo, che è la Chiesa, e partecipi della sua missione nel mondo (cfr CCC, 1213). Noi battezzati non siamo isolati: siamo membra del Corpo di Cristo. La vitalità che scaturisce dal fonte battesimale è illustrata da queste parole di Gesù: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto» (cfr Gv 15,5). Una stessa vita, quella dello Spirito Santo, scorre dal Cristo ai battezzati, unendoli in un solo Corpo (cfr 1 Cor 12,13), crismato dalla santa unzione e alimentato alla mensa eucaristica.

Il Battesimo permette a Cristo di vivere in noi e a noi di vivere uniti a Lui, per collaborare nella Chiesa, ciascuno secondo la propria condizione, alla trasformazione del mondo. Ricevuto una sola volta, il lavacro battesimale illumina tutta la nostra vita, guidando i nostri passi fino alla Gerusalemme del Cielo. 

Le promesse battesimali che ogni anno rinnoviamo nella Veglia Pasquale devono essere ravvivate ogni giorno affinché il Battesimo “cristifichi”: non dobbiamo avere paura di questa parola; il Battesimo ci “cristifica”, chi ha ricevuto il Battesimo e va “cristificato”, assomiglia a Cristo, si trasforma in Cristo e lo rende davvero un altro Cristo.

4) La domanda 

Ricordi la data del battesimo? Ringrazia il Signore… Oppure desideri ricevere il battesimo? 

5) La Preghiera e l’azione  

Rivolgi brevemente al Signore la tua preghiera…
Intingi la mano nell’acqua del fonte e fai il segno di croce!