«Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre» (Sal 145)

C) Chiesa di S.Ignazio – San Francesco Saverio

Il cammino della fede

 

C) Chiesa di S.Ignazio  – San Francesco Saverio

1) L’arte: l’altare di San Francesco Saverio 

Voluta dai padri gesuiti che gestivano il vicino collegio, la chiesa fu edificata tra il 1635 e il 1674, nel rispetto delle disposizioni dell’ordine fondato da Ignazio di Loyola. Caratteristici dell’architettura gesuitica sono infatti la pianta ad aula unica, per favorire l’ascolto della Parola di Dio.

Entrando nella chiesa si rimane immediatamente colpiti dalla solenne e luminosa cupola affrescata dall’artista Giovanni Battista Muttoni, allievo del grande pittore barocco Andrea Pozzo.

Maestosa la cappella laterale di destra dedicata a san Francesco Saverio, voluta dalla nobile famiglia bormina Nesini. Vi troviamo ricche decorazioni ed evidenti richiami al mondo esotico dove il santo svolse la sua attività di predicatore e missionario. Scene e decorazioni allegoriche inneggianti alla fede sono riprodotte sugli stucchi laterali. Ai lati delle colonne vediamo simboli allegorici della passione, al culmine la statua della Vergine addolorata, affiancata dai santi Giovanni e Maddalena, con angioletti e putti. La pala, dipinta da Padre Uderico, rappresenta San Francesco Saverio davanti al crocifisso. Ai lati della cappella, episodi della vita del santo: un granchio riporta a terra un crocifisso caduto in mare durante un naufragio, la predica agli  indigeni, e la morte del santo. 

2) La testimonianza: 

Nel XVI numerosi testimoni della fede compresero l’importanza di superare i “nuovi” confini geografici per portare il Vangelo là dove non era ancora giunto. Tra questi vi fu anche san Francesco Saverio, che spese tutte le sue energie per donare il messaggio del Risorto alle popolazioni del lontano Oriente, dall’India all’Indonesia, fino al Giappone. La sua memoria è un’occasione per riflettere sui confini – vicini o lontani – che oggi siamo chiamati a superare per portare la luce di Dio. Francesco Saverio era nato in Navarra nel 1506 e a Parigi aveva incontrato Ignazio da Loyola, con il quale condivise l’avventura della fondazione della Compagnia di Gesù. Nel 1540 venne mandato verso l’Oriente come missionario: mentre stava progettando di portare il Vangelo in Cina morì a causa di una polmonite sull’isola di Shangchuan nel 1552.

«Saverio, che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la sua anima?» (Mt 16,26). Questo avvertimento di Nostro Signore è rivolto a François-Xavier (Francesco Saverio) da Ignazio di Loyola che lo commenta così: «Pensaci bene, il mondo è un padrone che promette e che non mantiene la parola. E anche se mantenesse le sue promesse nei tuoi confronti, non potrà mai appagare il tuo cuore. Ma supponiamo che lo appagasse, quanto tempo durerà la tua felicità? In ogni caso, potrà forse durare più della tua vita? E alla morte, che cosa porterai con te nell’eternità? Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la sua anima?» Poco per volta, questa massima entra nel cuore di Francesco Saverio e vi si imprime profondamente. Così ha inizio un percorso che farà di lui uno dei più grandi santi della storia della Chiesa.

3) La riflessione (cfr Papa Francesco, giornata missionaria 2018)

Ogni uomo e donna è una missione, e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra. Essere attratti ed essere inviati sono i due movimenti che il nostro cuore, soprattutto quando è giovane in età, sente come forze interiori dell’amore che promettono futuro e spingono in avanti la nostra esistenza. Vivere con gioia la propria responsabilità per il mondo è una grande sfida. 

Il fatto di trovarci in questo mondo non per nostra decisione, ci fa intuire che c’è un’iniziativa che ci precede e ci fa esistere. Ognuno di noi è chiamato a riflettere su questa realtà: «Io sono una missione in questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo»

La Chiesa, annunciando ciò che ha gratuitamente ricevuto (cfr Mt 10,8; At 3,6), può condividere con voi la via e la verità che conducono al senso del vivere su questa terra. Gesù Cristo, morto e risorto per noi, si offre alla nostra libertà e la provoca a cercare, scoprire e annunciare questo senso vero e pieno. Non abbiate paura di Cristo e della sua Chiesa! In essi si trova il tesoro che riempie di gioia la vita. Ve lo dico per esperienza: grazie alla fede ho trovato il fondamento dei miei sogni e la forza di realizzarli. Ho visto molte sofferenze, molte povertà sfigurare i volti di tanti fratelli e sorelle. Eppure, per chi sta con Gesù, il male è provocazione ad amare sempre di più. Molti uomini e donne, molti giovani hanno generosamente donato sé stessi, a volte fino al martirio, per amore del Vangelo a servizio dei fratelli. Dalla croce di Gesù impariamo la logica divina dell’offerta di noi stessi (cfr 1 Cor 1,17-25) come annuncio del Vangelo per la vita del mondo (cfr Gv 3,16). Essere infiammati dall’amore di Cristo consuma chi arde e fa crescere, illumina e riscalda chi si ama (cfr 2 Cor 5,14). Alla scuola dei santi, che ci aprono agli orizzonti vasti di Dio, vi invito a domandarvi in ogni circostanza: «Che cosa farebbe Cristo al mio posto?».

La trasmissione della fede, cuore della missione della Chiesa, avviene per il “contagio” dell’amore, dove la gioia e l’entusiasmo esprimono il ritrovato senso e la pienezza della vita.  E tale espansione genera l’incontro, la testimonianza, l’annuncio; genera la condivisione nella carità con tutti coloro che, lontani dalla fede, si dimostrano ad essa indifferenti, a volte avversi e contrari. Queste sono le estreme periferie, gli “estremi confini della terra”, verso cui, fin dalla Pasqua di Gesù, i suoi discepoli missionari sono inviati, nella certezza di avere il loro Signore sempre con sé (cfr Mt 28,20; At 1,8). 

La missione fino agli estremi confini della terra esige il dono di sé stessi nella vocazione donataci da Colui che ci ha posti su questa terra (cfr Lc 9,23-25).

4) La domanda 

Mi sento chiamato alla missione?  A chi sono mandato?

5) La Preghiera e l’azione  

Rivolgi brevemente al Signore la tua preghiera…
Puoi scrivere una preghiera su un cartoncino, lasciarlo nella cassettina: pregheremo per la tua intenzione.